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In questo momento molte persone stanno intraprendendo questo tipo di viaggio. Un viaggio in bicicletta. Alcuni di loro raccolgono fondi per una buona causa: per la pace, per lo sviluppo sostenibile, per la medicina, contro la povertà, la fame, l’inquinamento, … Queste persone sono le magnifiche gocce nel mare di cui tutti noi abbiamo bisogno.

Io non ho una causa. Non ancora. Dalla Palestina all’ Argentina ogni singola persona, famiglia, bambino, animale maltrattato o natura devastata che ho incontrato/visto meritano quella goccia. Io ho solo il ricordo della frustrazione e il senso di impotenza che sentivo/sento di fronte alle ingiustizie a cui ho assistito. I miei viaggi mi hanno cambiata e spesso, quando ritornavo a casa nel mio paese, mi sentivo … “estraniata”.

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Riva di un fiume a Kathmandu, Nepal

Credo che il mio obiettivo, per il momento, sia quello di raccontare Storie. Storie di persone e di luoghi lontani. Penso che ci sia la necessità di una maggiore consapevolezza, non solo per le brutte cose che accadono nel mondo, ma soprattutto (nonostante tutto), nel  nutrire un sentimento di gratitudine per le persone meravigliose e la natura unica che ci circondano. È nella consapevolezza collettiva che risiede il potenziale di un cambiamento (azzardo) globale.

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Piantagioni di palma da olio, giungla del Borneo, Malesia

Socrate diceva: “chi vuol muovere il mondo, prima muova se stesso”. Questo è esattamente quello che voglio fare … Naturalmente non ho la pretesa e la presunzione di cambiare il mondo, ma almeno ci provo con la mia vita di ogni giorno. Se qualcuno vi dovesse chiedere dove sono, potete semplicemente rispondere: “Lei è in giro” (she is around), o come si direbbe dalle mie parti: a l’è in giir!

 

 

 

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