Chiari e brillanti erano nella mia mente i meravigliosi scenari, i suoni, i profumi, gli animali avvistati che ho vissuto sul Pamir … la mia fotocamera era esausta. Vi ho mostrato molto poco … è veramente difficile selezionare “le foto migliori”, le foto che possono riassumere la varietà di bellezze e persone che ho potuto godere là sopra … impossibile.
Facilmente sono entrata in Kyrgyzstan … Paese No. 7. I 20 km nella terra di nessuno e la discesa verso Sary Tash erano spettacolari. Lì si può realmente vedere “la vie en rose”. Tutto era di una tonalità rosata, persino i fiumi!
Ero fisicamente stanca e necessitavo di recuperare un paio di kg. Ero contenta di raggiungere la cittadina di Osh, MA … ehi! Il Peak Lenin, il Re del Pamir alto 7134 m è a soli 85 km (170 km andata e ritorno) dal mio percorso … Tornerò mai in Kyrgyzstan per salire sul Campo Base del Peak Lenin? Probabilmente no. Fino all’ultimo momento ho esitato, ma alla fine ho deciso di montare in sella e puntare verso ovest.
La catena montuosa di Trans-Alay è meravigliosa ed imponente. Le montagne sembrano gigantesche figure, I Guardiani della regione disposti in fila per più di 250 km. Avvicinandomi a questi mastodonti mi sembrava di entrare in un luogo incantato, avvolto da mistero … mi sentivo quasi in soggezione.
Mi sono accampata ai piedi delle montagne, prima dell’ascesa verso il campo base. Già mi immaginavo una doccia calda e un’ottima zuppa. Sì, perché mi è stato detto che il campo base è molto ben attrezzato.
Quindi potete immaginare la mia delusione quando il giorno seguente ho scoperto che l’accampamento era chiuso. Nessuno in vista. Soltanto io. Un km prima avevo visto una yurta, ma qui c’eravamo solo io e qualche yak. Beh, mica male! Mi goderò qualche giorno di relax e mi farò qualche passeggiata nei dintorni.
Ho piazzato la tenda a 1,5 -2 km a sud dal campo base. La prima notte ha nevischiato un pochino, ma il giorno seguente il sole era brillante e caldo. Puro relax! La sera aveva ricominciato a nevicare, ma questa volta come a Cioss Prato il 21 dicembre … in lontananza sentivo frane e temporali … oh la la.
Erano ormai le 18:00. Ridiscendere a valle era fuori discussione … ma non potevo restare lì. Se fosse caduta molta neve sarebbe stato praticamente impossibile uscirne con la bici carica … e dovevo anche attraversare un fiume. Sono saltata fuori dal mio caldissimo sacco a pelo e ho iniziato a impacchettare tutto. Volevo raggiungere il campo base, dove due giorni prima avevo avvistato un riparo.
Si stava facendo buio. Si udivano i grandi fiocchi di neve cadere. Non c’era tempo per togliersi le scarpe e le due paia di calze per attraversare il fiume … ho chiuso gli occhi e al cielo ho dichiarato: “Per la vita!” e sono entrata dentro … ??? Cosa??? … “Per la vita”?!? Stef, quanto sei stupida! Ma almeno mi sono fatta una grassa risata. Le mi scarpe si sono imbevute di acqua gelata in u n o – d u e secondi. Finalmente, completamente bagnata raggiungo IL luogo riparato:
Sì … un posto di m, ma a volte non si hanno alternative … esattamente: Per la vita! Ho ri-piazzato la tenda e ho provato a scaldarmi i piedi … un cicchetto di vodka e inshallah il giorno seguente non sarebbe stato così male.
Mi sono svegliata prestissimo … sentivo l’adrenalina salire mentre aprivo la zip della tenda e … woooooow M A G I C O !
Vi erano solo 10 cm di neve (per fortuna!) ma avevo l’impressione di essermi svegliata in un altro mondo. Era così puro, così tranquillo … provavo pace e gioia! Ero veramente felice di trovarmi lì.
Così è iniziata la mia avventura in Kyrgyzstan … un inizio memorabile! Anche la strada verso Osh è stata “memorabile” … ma ve lo racconterò nel prossimo post.
Ora mi trovo ancora ad Osh. Vi immaginate? Ho attraversato deserti, fiumi, colline e montagne ma un paio di giorni fa mi sono stupidamente stortata la caviglia in uno stupido scalino, risultato: una caviglia come una palla da tennis … c’est la vie … la vie en rose.
Un abbraccio
Stef ed Elvis (la mia caviglia)