Tajikistan Parte II: Ed eccomi lì: sul Pamir. La mattina venivo svegliata da una luce dorata …
… il pomeriggio il sole era brillante e i colori delle montagne si accendevano come un albero di Natale: rosso, verde, viola, giallo …
… mentre la sera tutto si infuocava: giallo, arancione, rosa, rosso … pura bellezza.
Nessuna idea di che ora o che giorno fosse … è lunedì o sabato?? … ma che m’importa!! Non mi sono mai sentita tanto libera. L I B E R T À. La mia vita era/è diventata esattamente come quello slogan che avevo letto sulla maglietta di un cicloturista a Dushanbe: DORMI – MANGIA – PEDALA (e ripeti). Niente di più semplice, ma … la mia vita non è mai stata così i n t e n s a.
Il “DORMI” non era un problema … un sacco a pelo confortevole e delle cellule esauste sono una ottima combinazione per sonni lunghi e profondi.
Il “MANGIA” era un altro paio di maniche… Soltanto una volta ho potuto gustare del delizioso Plov (riso con verdure) con pollo cucinato con amore da Dasha, una meravigliosa donna incontrata nella valle di Shokdara:
Dopo di ché, non ho visto molta carne (solo una volta!) … La loro dieta è principalmente a base di pane e ch’ai (o almeno questo è ciò che ho vissuto io quando ero ospitata dai locali). E poiché molto spesso il pane era raffermo o duro, lo si intingeva nel te per ammorbidirlo … sì, mi sentivo proprio così:
Ma io non volevo sentirmi come un’anatra! Io volevo un’ anatra!
Il tuo corpo ti supplica, implora C I B O: frutta, formaggio, latte (ooooh laaatteeeee! quanto mi è mancato!!), carne, verdura … ma le uniche cose che sei in grado di dargli sono: pane, orribili biscotti, pasta, a volte patate o pomodori e acqua … diventa difficile dopo un mese … sia fisicamente che psicologicamente. Solo ad Ali Chor finalmente ho ricevuto un diversivo: riso e latte!!, burro!!, crema di yack!!, mele!! e LORO … i Manté (ravioli ripieni di carne, specialità tradizionale kyrgyza)! Sembrava Natale:
I Magazines (negozietti) sono praticamente vuoti come camere sonore … biscotti o caramelle di ogni tipo, forma e colore sono facili da trovare, ma cibo vero … molto poco. Questo per il semplice motivo che ogni famiglia è autonoma e producono tutto ciò di cui hanno bisogno. Hanno mucche, capre, galline e a volte anche orti ben forniti … non hanno bisogno di negozi …
Il villaggio di Ali Chor … c’è pù vita qui a 4000 metri di altezza che a Faido! 🙂
È nel “PEDALA” che sta tutta l’essenza. Ti svegli il mattino e l’unica cosa che sai è che devi pedalare … nessuna idea sulle condizioni della strada, nessuna idea di dove mi fermerò, nessuna idea se troverò cibo e acqua, nessuna idea se incontrerò qualcuno … monti in sella e vai. O g n i s i n g o l o km, o g n i s i n g o l o giorno era una scoperta, una sorpresa, un’avventura.
Tutto dipende da te. La strada è troppo brutta o ripida? Spingi. Grossi massi e fiumi profondi? Togli le scarpe, entra in acqua e spingi. Discese magnifiche? Vie le mani dai freni e goditi il divertimento!
È quando si PEDALA che si entra in contatto con le persone. Quest’uomo (proprietario della guest house) ha reso i miei giorni ad Ali Chor davvero piacevoli (sì! è lui che mi ha servito i ravioli.) … A volte è come se si potesse sentire l’anima delle persone e l’anima di quest’uomo era così calma e così … serena!
È kyrgyzo, com il 70% della popolazione della provincia di Murghab … ancora una volta: fisionomie diverse, lingua diversa e atteggiamenti diversi. La vita la sopra è veramente dura: lunghi inverni a -45 °C, non vi sono né elettricità, né acqua corrente, né legna e il terreno è troppo arido per essere coltivato … gli ho chiesto “perché restate qui?”. Con una semplicità squisita si guarda intorno e con voce pacata mi da quella che per lui è la ragione più ovvia: “Because it is beautiful” (“Perché qui è meraviglioso“).E i bambini??? Oooooooh io li adoravo!!! Come questo topolino: viene dritto dritto verso di me a testa alta e come un vero gentiluomo mi da la mano “Salam!”.
Onestamente non so quante volte mi sono ritrovata la sopra a pedalare, ridere e piangere allo stesso tempo. Grazie! Grazie vita!
Molti penseranno “Oooh! Che fortuna!” … La Fortuna non centra niente … Sono scelte. Sei tu che scegli che tipo di vita vuoi fare. Bisogna solo scuotersi un po’ ogni tanto e magari prendere QUELLA decisione che inizialmente sembra tanto faticosa… quasi impossibile. Non lo è. È solo il primo passo ad essere difficile, poi tutto scorre come un fiume in piena.
Ancora non so bene come definire l’esperienza vissuta sul Pamir … è stata intensa non solo per le persone, i paesaggi i n c r e d i b i l i, la natura, la stanchezza, … ma credo anche perché l’ho vissuta in solitaria.
Si passano giornate intere in silenzio (ok, non quando cantavo a squarciagola). Solo il vento e lo scorrere della catena erano i rumori predominanti. Durante le pause lo scorrere dei fiumi e gli uccelli erano la mia musica. La sera il rumore del fornello a gas, l’acqua che bolliva e delle stoviglie erano i mie compagni. Io non ero sul Pamir … avevo l’impressione di farne parte.
Tutto così semplice … così meraviglioso …
… e non è mica finita … sono appena arrivata in Kyrgyzstan …
Un abbraccio Stef e Silenzio