Perché?
Siamo tutti talmente presi dalle nostre vite frenetiche che forse ogni tanto ci dimentichiamo di alcune cose, soprattutto di quelle più semplici. Un ritorno alle origini: una tenda, tre stracci ed una bicicletta (il Bicio). Ho scelto la bicicletta per la libertà che offre. Non dipendere da niente e da nessuno, solo da sé stessi. Il sole che splende, le discese infinite, il vento fra i capelli, il profumo dei fiori … la polvere negli occhi, lo scarico dei camion, i valichi che spaccano le gambe, la pioggia battente, le notti gelide, il caldo soffocante, i cani rabbiosi, le gomme forate, le intossicazioni alimentari … ok, ok, ok ho capito, ma fa tutto parte dell’avventura. Non si tratta di “viaggiare in bicicletta”, ma di un modo diverso di connettermi con le persone e le cose che mi stanno intorno.
Dove?
A volte le più grandi delusioni accadono quando troppe aspettative e piani prestabiliti, per svariati motivi, non si avverano. Inforco la mia bicicletta con una mente ed un cuore completamente aperti. Andrò dove la strada mi porterà (visti permettendo). Iniziamo con il seguire la via della seta sulle orme di Marco Polo, partendo però da Tbilisi (Georgia).
Ma sei allenata?
Certo che no! Dopo una incantevole esperienza nella giungla del Borneo, ho imparato che non è il corpo a dover essere allenato, ma la mente. Molto spesso si tratta di “una questione di testa”, il corpo segue a ruota.
Ma sei in grado di riparare la tua bici?
Non proprio … non ancora … confido anche un po’ sulla mia stella protettrice.
Ma non hai paura?!?
Certo, chi non l’avrebbe … ma come Paulo Coelho diceva:
Se credi che l’avventura sia pericolosa prova la routine, è letale.
Se mi fossi fermata tutte le volte che ho provato inquitudine, ansia o paura, non sarei la persona che sono oggi.