Un mese e più di 1100 km percorsi solo in Iran … dovrò dividere questo capitolo in 2-3 parti e tentare di essere breve … oh là là!
Il primo impatto è stato molto positivo: una calda accoglienza alla frontiera, belle strade (in Armenia erano un disastro!), magnifici paesaggi, vento di coda e pochissimo traffico … pura vida!
La valle del fiume Aras (Parco nazionale del Kantal) è veramente molto impressionante: ogni 3-7 km i paesaggi e i colori cambiano di continuo. Ne ero deliziata e non smettevo di sorridere.
Entrare in nuovo paese significa risettare il cervello e ricominciare tutto da capo (adoro questa parte!): imparare usi e costumi culturali, imparare le parole chiave, trovare una carta SIM, cambiare i soldi e schiacciare il pulsante play. Inizialmente ero così confusa! Ufficalmente in Iran si usa il Rial, ma le persone contrattano in Tumen (1 Tumen = 10 Rials). All’inizio credevo che volessero fregarmi alla grande: “ehiiii, mi hanno chiesto 5’000 ma mi hanno preso la banconota da 50’000!!”.
Ma ho imparato velocemente che hotel e guest-house sono estremamente costosi. A Jolfa una semplicissima guest-house mi ha chiesto 45 $ a notte … “mi prende in giro, vero?”. Così sono rimontata in sella alla ricerca di un’ altra sistemazione. Sono bastati 2-3 minuti; un’ auto si ferma: “Was suchen Sie?” (cosa sta cercando?). Un uomo anziano, che ha vissuto molti anni in germania, non esita un istante e mi invita a casa sua. E così tutto ebbe inizio… come una valanga in tutta la sua forza … quasi o g n i s i n g o l o g i o r n o.
Una coppia deliziosa! Mi hanno proprio coccolata: cibo, doccia, cibo, bucato, cibo, ch’ai, anguria, ch’ai … “uh! I vestiti stesi in balcone saranno asciutti … mmmh aspetta un momento … dove sono le mie mutande??” … Ce l’avevano fatta. Le mie mutande avevano trovato La Libertà. Già me le immagino mentre volavano alto nei cieli caldi di Jolfa … Improvvisamente le mie mutande erano diventate un affare di stato. Behnaz, la mia oste, comincia a frugare disperatamente negli armadi. Ma cosa fa? Valigie piene di vestiti nuovi di zecca (??) e finalmente trova LA valigia che stava cercando: stracolma di biancheria intima. Potevo scegliere tra ultra mega sexy string di pizzo (seriamente?!? ma io voglio solo andare in bici!) e le uniche mutande normali in cotone con … un mega leopardo rosa.
Il leopardo ha dovuto affrontare il suo triste destino … salvate il leopardo rosa. Ma credo che siate più interessati a vedere il mio outfit sulle due ruote e nel tempo libero:
Sinistra: Felice ciclista colorata con una anguria di 3 kg (che non deve condivodere con nessuno!). Destra: Felice turista con manteau blu.
Lungo la mia strada ho incontrato delle persone amorevoli (ne parlerò nel mio prossimo post). Incredibilmente a Marand il mio destino si è incrociato con quello di Asghar e la sua famiglia: tutti ciclisti!! E tutti membri della grande famiglia del Velo-Club di Marand. Ero stremata, ma cavoli! Quando mi ricapita una cosa così?! Siamo montati tutti in sella e ci siamo diretti verso le montagne dove tutti insieme abbiamo consumato un ottimo picnic…bellissima serata!
Sinistra: Asghar e la sua famiglia (sopra) and la grande famiglia di ciclisti di Marand (sotto). Destra: ciclisti felici sulla strada verso Tabriz, dove hanno raggiunto la famiglia della moglie di Asghar.
Gli iranian sono Maestri nel organizzare picnics. Si fermano ovunque a consumare il loro bottino, persino sul ciglio dell’ autostrada! Cosa più importate, in Iran bisogna bokhor, bokhor, bokhor, … (mangiare) ... Le donne cucinano per ore ed ore, persino giornate intere … delizioso. Il miglior cibo che abbia mai assaggiato durante questo viaggio.
Mi hanno fatto assaggiare un’ infinità di cose. Alcune non saprei nemmeno descriverle talmente sono elaborate: una moltitudine di ingredienti (per esempio una sorta di marmellata composta da 16 ingredienti).
Nei miei primi 10 giorni in Iran vi era ancora in vigore il Ramadan. Per me, che sono turista, non era un gran problema. Dovevo solo evitare di mangiare e bere in zone affollate come villaggi e cittadine. Quando il Ramadan è terminato, nei villaggi e nelle città vi è stata un’ esplosione di vita: carbonelle accese, profumo di carne alla griglia, mercatini colorati, negozietti affollati e ovunque grandi recipienti in metallo pieni di ch’ai per i viaggiatori che volevano riempire le proprie thermos.
Tutto era semplicemente perfetto, MA ero parecchio delusa e preoccupata per le strade: autostrada, camion, autostrada, camion, … non un paradiso per i ciclisti.
Generalmente chiedo ai locali sulle condizioni delle strade, perché ovviamente ne sanno più di me. Quando chiedevo sulle condizioni di una strada secondaria, la canzone era sempre la stessa: “neeeeeeee, no good, wery wery bad! no asphalt!”… Ma dopo Ardabil Josephine si faceva insistente: “Stef, la strada per Astara e che poi continua lungo il Mar Caspio, sarà orribile”. Al diabvolo, io provo la strada secondaria!
Ancora una volta, seguire l’istinto è stata la scelta giusta … la migliore! Mi trovavo in una bellissima, praticamente deserta, strada asfaltata. Pura vida!
Dopo qualche giorno, quando ho incontrato altri cicloturisti, sono venuta a sapere che la strada lungo il Mar Caspio è un incubo … muuhahaahhaha!
Così piano piano mi avvicinavo a Masouleh (con un piccolo aiuto nella parte più ripida … pietà! erano 46 °C!!) … Il morale era alto. Stavo facendo esattamente quello che volevo, in un luogo che superava i miei sogni.
La strada diventa ripidissima. come su una montagna russa, quando si raggiunge l’apice, il cuore inizia a battere forte, l’adrenalina sale per l’eccitazione di vedere cosa apparità dall’ altra parte e …
… braccia al cielo! … wooooooooooooooohhhhh!!!!
Dal deserto arido ero passata ad una giungla umida e calda. Surreale! Dopo una fitta coltre di nebbia e gli applausi dei turisti iraniani che consumavano i loro picnic sul ciglio della strada, ecco che raggiungo Masouleh. Ben fatto Bicio!
A Masouleh ricevo la E-mail che stavo aspettando: la mia lettera di invito per l’Uzbekistan era arrivata, potevo iniziare l’applicazione per il VISTO. Prossima destinazione: Tehran … il più velocemente possibile!
Un abbraccio
Stef