… i mostri

Tajikistan Parte I: È passato parecchio tempo dall’ultima volta. Scusatemi, ma ero un po’ impegnata a vivere un’ esperienza che non sono nemmeno in grado di descrivere … Ma iniziamo dal principio. (Come al solito: impossibile raccontarvi tutti gli avvenimenti e le storie …)

pamirAppena si mette piede in Tajikistan ci si ammala … credo si tratti di una sorta di maledizione di Tutankhamun: entri nel paese? Toh! Beccati diarrea e vomito per 3-4-5-6 giorni … la prima notte ho perso 2 kg, il cognome e una parte di anima. I bambini della famiglia che mi ospitava venivano a chiedermi come stavo ogni 30 minuti … era veramente un gran peccato, volevano solo giocare con me nel fiume sotto casa.

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Lui era il mio piccolo super eroe Spider Man

Ma nella amorevole famiglia c’era qualcuno che stava peggio di me. La nonna stava morendo. Il mattino seguente molto presto vengo svegliata da strani lamenti: la nonna era morta. Il villaggio accorse a porgere le condoglianze e a portare doni, principalmente marmellate e vasi enormi di sottaceti. I figli maschi indossavano un berretto bianco e una cinta di stoffa rossa, le donne intonavano canti, o meglio lamenti, ripetitivi (credo si trattasse di preghiere). Era giusto lasciarli la loro privacy e quindi era meglio levare le tende.

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Con le ultime forze (molto drammatico) raggiunsi la verde ed afosa Dushanbe, dove ho incontrato una moltitudine di ciclisti. Molti di loro avevano contratto il Tajikus Malus Horribilis. Eravamo perfetti sconosciuti, ma sapevamo ogni dettaglio dell’attività gastrointestinale di ognuno di noi: “ehy, come stai oggi?” … “uff, oggi sono corso in bagno 22 voltte“, “Caspita! A me è successo ieri, oggi sono completamente bloccato“, ecc., ecc.  Ero felice di incontrare altri ciclisti e speravo di trovare qualcuno con cui fare il Pamir.

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Non ho mai viaggiato in bici in vita mia e improvvisamente mi trovo sulla strada per il Pamir … da sola  🙂

Ma l’entusiasmo mi è sceso sotto le scarpe abbastanza in fretta. Sembrava tutti si stessero preparando per La Missione su Marte ed io incominciavo a preoccuparmi: sto tralasciando qualche dettaglio? … parlavano solo di quanto le strade fossero brutte, polverose, rocciose, ripide, stancanti, stremanti, terribili, quale strada prendere, quale evitare … chi mi conosce sa che a volte la mia bocca si apre ed escono “cose” … “Ok va bene, ma non è bello??” … sembravano quasi sorpresi dalla mia domanda: “ah! emmh … sì, sì è bello …”.  Per me era chiaro: avrei fatto il Pamir da   s o l a.

on-the-way-1Dopo 4 giorni lasciai la capitale. Pura vida!!! Lungo il mio percorso ho incontrato persone adorabili, ma devo ammettere che i tajiki sono un po’ più chiusi e freddini rispetto agli uzbeki. A volte era difficile entrare in contatto con loro e ogni tanto mi è capitato di non sentirmi proprio benvenuta. Ma ovviamente non sono tutti così e si incontrano persone di cuore ed estremamente generose (grazie!) e con alcune di loro ci siamo fatti delle grasse risate:

Spesso si sente il bisogno di fare qualche cosa per loro. Così nel magazine ho comperato tutto il necessario per fare questa:

Una torta di mele. È stata spazzata via. Ho insegnato loro come fare lo yogurt. Hanno molte cose: mele, miele (che non consumano!), latte, burro, cipolle, patate, uova, ecc., ma non hanno molta fantasia in cucina … diciamo che non fa parte della loro cultura. Principalmente consumano Shirchai (té con latte, burro e sale) o semplicemente del té con del pane (spesso raffermo).

C’era solo una cosa che ogni tanto mi rendeva nervosa. I bambini. Sì perché i bambini tajiki NON sono simpatici ed adorabili come i bambini uzbeki. Quando li vedevo in lontananza la mia reazione era sempre la stessa: “Oh nooo … I Mostri“.

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… sì, quella è una bottiglia piena di sangue dell’ultimo ciclista che hanno fermato … questi bambini erano carini e simpatici … solo un po’ tanto su di giri 🙂

Se non vi sono adulti nei paraggi essi possono essere davvero terribili. Toccano tutto, vogliono aprire tutte le tue borse, vogliono tutto: “Me! Me!”, “Dammi! Dammi!”. Meno divertente è quando ti lanciano i sassi o le mele, ti mostrano il terzo dito o ti dicono cose che sicuramente non vogliono dire “benvenuta in Tajikistan!” … e ancora più triste è quando ti chiedono denghy (soldi).

Sono ben organizzati: se un bambino ti avvista puoi star certo che tutti gli altri saranno all’uscita del villaggio ad aspettare proprio TE. Si tengono per mano per formare catene umane e bloccarti la strada. Dopo un paio di volte avevo imparato la lezione: “Stef, devi fare come facevi a Tehran: via le mani dai freni, chiudi gli occhi e VAIIII!” … funzionava (niente paura, nessun ferito).

Fortunatamente questo fenomeno è esteso a macchia di leopardo quindi si incontrano anche (per ora) bambini educati e adorabili … inshallah.  La zona peggiore è dove TUTTI i ciclisti devono passare, indipendentemente dal percorso che intraprenderanno: tra Kalia Khumb and Rashmat … esattamente: dove NOI turisti passiamo …

Sì, ogni tanto mancava il contatto con le persone, ma la Natura compensava questa mancanza. I paesaggi erano  i n c r e d i b i l i  e spesso mi commuovevo davanti a tanta bellezza.

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Ogni giorno era diverso. Magnifico. Certo, non era sempre facile. Certo, le strade non erano sempre belle. Certo, certi giorni erano estenuanti … MA, non è normale quando si pedala in montagna?

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Il magnifico fiume Obikhum

Avvicinandosi al confine afghano la fisionomia delle persone cambia … ho visto uomini e donne che potrebbero tranquillamente posare per riviste di moda: b e l l i s s i m i. Occhi verdissimi o celeste-acqua, sorrisi smaglianti e pelle olivastra perfetta. Chiedevo se potevo fotografarli, ma non volevano. Una ragazza si puntava il dito alla tempia per farmi capire che ero pazza a farle una richiesta simile. Un gran peccato, ma purtroppo nella oro religione le foto non sono ben viste.

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Il fiume Panj separa l’ Afghanistan dal Tajikistan.

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Villaggio afghano

Non solo la fisionomia delle persone cambiava, ma anche la lingua. Nella Provincia Autonoma di Gorno Badakhshan parlano la propria lingua (molto diversa dal tajik). Ero entrata ufficialmente nel P A M I R, o come pronunciano i locali: P O O M I R.

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Wow! … mi sembrava tutto così surreale … era meraviglioso … da Dushanbe fino a Khorog avevo assistito a una lenta metamorfosi dei paesaggi, delle persone, della lingua e … e vi racconterò di più nel prossimo post, che spero di pubblicare nei prossimi giorni.

Un abbraccio

Stef e i Mostri

 

p.s. Come avrete notato mi è difficile aggiornare il blog spesso, ma le foto su Instagram sono piuttosto in “real time” … quindi se volete sapere dove sono basta dare un’occhiata al link di Instagram.