Su Dimitri

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Pomeriggio del 24 ottobre 2017. Stavo pedalando lungo le rive del lago Issyk Kul in Kirghizistan. Era una bella giornata autunnale. L’aria era fresca e profumava di mele. Per una serie di coincidenze (che in quel momento mi sembravano una sfortuna dietro l’altra) mi trovai in quel preciso luogo e in quel preciso momento. La successiva piccola città (Karakol) era a circa 30 km. Avevo quasi raggiunto la mia destinazione. All’improvviso appaiono tre cuccioli di cane sul ciglio della strada. Erano stati abbandonati. Non potevo ignorare quei musetti. Mi fermai e cercai di mettere i cuccioli nelle mie borse per portarli in un posto più sicuro. Non c’era verso, erano troppo grandi e si muovevano troppo.

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Per due ore fermai le auto di passaggio chiedendo se qualcuno volesse adottare un cucciolo. Niente. La prima cosa che la gente controllava era il sesso. Femmine. Tutte e 3. Nessuno vuole le femmine. Rimangono incinte. La sterilizzazione è troppo costosa. Ero davvero triste, frustrata, impotente. Il sole stava per tramontare. Dal nulla è spuntato un ragazzo. Aveva forse 16 anni. Osservava la scena di me che fermavo le macchine. Sorrideva. Credo lo divertisse. Ad un certo punto mi mi disse “koshka”. Non capivo. Mi disse qualcosa e ripeteva più volte la parola “koshka”. Sorrisi e gli feci capire che non capivo. Il ragazzo si girò verso le rive del lago e indicò un cespuglio: “koshka”.

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Due occhi grandi blu/grigio mi guardavano terrorizzati dal cespuglio. Mi avvicinai e il piccolo esserino iniziò a soffiarmi. Un batuffolo di pelo morbido che stava sul palmo di una mia mano (e io ho le mani piccole).

Non esitai un secondo. Non potevo salvare i cagnolini, ma potevo dare una possibilità al gattino. Lasciai i cuccioli al loro triste destino. Un fiume di lacrime scorreva sulle mie guance mentre pedalavo velocemente. Quella notte face un freddo cane …

Questa è la storia di Dimitri. Il mio compagno di viaggio. Il mio piccolo mondo. Un legame molto speciale. Per lui ho cambiato completamente il mio itinerario di viaggio: invece di entrare in Cina e poi nel Sud-Est asiatico sono volata verso la fine del mondo: Ushuaia, in Argentina. Abbiamo pedalato insieme per 6.000 km tra Argentina, Cile ed Europa (maggiori informazioni nei post di novembre 2017).